Oggi il brano delle Nozze di Cana, nel quarto Vangelo, ci ripropone in maniera significativa il tema della manifestazione del Signore Gesù: manifestazione che conclude il tempo del Natale, nella solennità dell’Epifania del Signore e poi nella festa del suo Battesimo.
In questa seconda domenica del tempo ordinario la Chiesa ci propone Gesù che inizia così i suoi segni, nella realtà fortemente simbolica per l’Israele di allora, di una festa nuziale. Il Vangelo giovanneo chiama così i segni che non sono soltanto miracoli, eventi prodigiosi, ma indicazioni sulla realtà più profonda del mistero di Gesù. Il contesto delle nozze di Cana ci presenta la mancanza del vino che evidentemente indica una carenza strutturale, fondamentale, una assenza della gioia della festa. Non era pensabile e immaginabile per un banchetto di nozze rimanere senza vino.
In questo brano del quarto Vangelo si pone l’attenzione sulla necessità della presenza di Gesù, nel quale Dio si è manifestato definitivamente agli occhi del mondo.
Gesù, attraverso la trasformazione dell’acqua in vino, mostra la necessità che il mondo ha di Lui; la dimensione degli uomini, la nostra realtà non hanno pienezza di vita, di senso, di esistenza senza la presenza del Signore.
È lui il vino nuovo e buono che rende gioiosa, saporosa e carica di significato, la nostra stessa vita.
È quanto mai significativo, al di là dei tanti rimandi e significati simbolici del testo, che tutto questo inizi dalle parole di Maria, madre di Gesù, che fa presente al figlio che non c’è più vino, quindi non c’è più festa, non c’è più gioia. E poi indica ai servi come comportarsi “fate tutto quello che vi dirà” qualunque cosa dice Gesù fatela!
Le parole di Maria, che la chiesa ci ha affidato da 2000 anni come la via sicura per arrivare da suo figlio (Ad Jesum per Mariam), svelano in maniera piena e carica di significato quello che è Gesù: Il Signore Gesù è il tutto della nostra esistenza. In Lui possiamo davvero realizzare ogni cosa mettendo in pratica quello che lui ci dice. Non dobbiamo aver paura nel compiere le opere indicate dal Signore. Anche quando possiamo avere dei dubbi, anche quando non siamo convinti, la presenza di Gesù è di per sé garanzia di salvezza, di apertura di senso.
Le centinaia di litri di vino che alla fine rendono ancora più gioiosa la festa di nozze a Cana di Galilea, sono il segno per l’umanità intera di cosa deve fare: andare dal Signore! Così la realtà del mondo sarà davvero segnata per sempre dalla gioia, dalla pienezza di senso, da una vita carica di significato. Questo è quanto mai significativo oggi nel tempo che viviamo, nel periodo del Giubileo della speranza, in questa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani; tutto concorre a far sì che il signore Gesù sia sempre di più al centro della nostra vita e delle nostre scelte, per trasformare in aurora di luce e di speranza e di vita, l’intera esistenza del mondo.
Tratto dall’omelia odierna di Don Massimiliano Gabbricci.
Siena, 19/01/2025